Un produttore globale come Magneti Marelli, campioni internazionali come Pirelli, Brembo e Fiamm, una tradizione solida nel powertrain che spazia dai motori prodotti in Ferrari e montati sulle Maserati, ai diesel V6 e V8 realizzati dalla VM di Cento no alle produzioni per i motori elettrici che nei prossimi mesi Magneti Marelli potrebbe realizzare negli stabilimenti pugliesi del gruppo. Eccellenze tech trasversali, dai sistemi elettronici no alle alimentazioni alternative e l’Infotainment. Con alcune nicchie industriali rappresentate da aziende come Agrati e Fontana, leader mondiali nella produzione di «fasteners», viti e bulloni per il comparto automotive. E con potenzialità interessanti sul fronte dell’e-mobility grazie alla presenza di operatori nel settore dei sistemi di accumulo (Fiamm e Midac) e apparecchiature di ricarica (Bitron ma anche Ducati Energia o la multinazionale ABB che in Italia ha basato il proprio centro di competenza mondiale per il settore).
La componentistica italiana è tutto questo e molto altro ancora. Volumi e specializzazioni produttive, insieme. Con qualche «chicca» Il patrimonio costituito da circa 2mila imprese pesa quasi quaranta miliardi di giro d’aari _ secondi in Europa dopo la Germania – secondo l’ultima rilevazione dell’Osservatorio sulla componentistica automotive di Ana e Camera di commercio di Torino. Ed esporta quasi venti miliardi, stabile rispetto al 2015 ma con un trend in crescita nel 2017 analizzando i risultati dei primi due mesi dell’anno: 3,4 miliardi, il 4,4% in più rispetto all’anno prima.
La specializzazione e l’articolazione crescente delle aziende della filiera automotive è andata di pari passo con la de-verticalizzazione dell’Industry Auto e con il rafforzarsi delle lavorazioni cosiddette “intermedie”. Negli anni in cui la produzione di autoveicoli in Italia è fortemente calata – 2013/2014 – la componentistica è riuscita a resistere puntando proprio su specializzazione e internazionalizzazione.
Magneti Marelli, unico gruppo italiano nella Top 100 dei supplier, gioca un ruolo in primo piano su almeno due campi: il lighting (fanali e sistemi di illuminazione, circa un terzo del fatturato), produzioni destinate soprattutto alle case tedesche oltreché ai brand Fca; i quadri di bordo,l’Infotainment e l’elettronica. Accanto ai big player italiani (Brembo, Pirelli, Fiamm) poi, ci sono le eccellenze industriali rappresentate dalle lavorazioni in carbonio del Gruppo Adler, dai cerchi ruota della Cromodora Wheels, allo stampaggio “leggero” di Cecomp, ai sistemi di ltraggio di Soge, alla componentistica del Gruppo Cornaglio o di Cln. Senza dimenticare le competenze italiane negli strumenti per la diagnostica (Texa) o la telematica per le assicurazioni con la Metasystem che produce le scatole nere e Octo Telematics che cura i software. Specializzazioni che guardano al futuro dell’auto connessa, così come al futuro guardano quelle aziende, Fiamm, Midac (batterie e accumulatori) o la Irca (Gruppo Zoppas) che lavorano pensando già all’elettrico.